Non so dove andrò,
chi cercherò, chi porterò via di qui,
su quale circo ostile lancerò le mie bombe,
dove andrò a dormire,
con chi farò l’amore,
cosa terrò nascosto nelle mie tasche,
di che colore sarà la luna stanotte,
se ti ritroverò tra le pagine di questa vita,
un miscuglio di appunti scritti velocemente,
crisi cardiache, improvvisi blackout, caffè bollenti,
specchi rotti, baci appassionati e ferite scavate nella carne viva,
dove un tempo potevi ascoltare le cicale frinire
e, se eri fortunato, una piccola filarmonica di paese.
Non so ora come mi vestirò,
in quale bar mi fermerò a bere,
vorresti accompagnarmi?
Potremmo parlare delle simmetrie del cosmo, degli Stoici e degli Epicurei,
del profumo degli Appennini in autunno, dei nostri diversi orizzonti musicali,
dell’importanza di Moby Dick nella ricerca del vero io,
dei nostri fantasmi ormai alla deriva del tempo e dello spazio,
e magari, se ne avessimo la voglia, potremmo controllare
se nel buio fitto dei tempi moderni c’è ancora un filo d’amore,
male che vada potremmo inventarci dei nomi nuovi per tutte quelle cose
che, in passato, ci hanno spezzato il fiato.
Cosa ne pensi? Hai ancora tramonti da spendere?
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